mercoledì 25 novembre 2015

Falegnameria Lenzi: la lavorazione artistica del legno a Spedalino

Riprendiamo l'appuntamento con la sezione del sito dedicata agli Artisti di Spedalino. L'ultima volta vi abbiamo proposto la storia di Alberigo Lenzi, quest'oggi è il momento del fratello, Loris Lenzi.


Era da qualche mese finita la “Grande Guerra” quando Loris Lenzi con un amico di Prato decise di partire da Spedalino per andare a scuola di intaglio ad Empoli. In seguito si aggiunse anche il fratello Alberigo a frequentare la scuola. Furono periodi di difficoltà in cui si rimaneva fuori tutta la settimana, per poi tornare nel fine settimana e mettersi al lavoro in casa. In un piccolo laboratorio Loris ed Alberigo iniziarono la loro prima attività di lavorazione artistica del legno, creando i loro primi modelli di mobili, cornici, lampadari.

Qualche anno dopo quando il Cav. Azelio Tuci, noto pittore, decoratore e restauratore pistoiese, chiamò Loris per andare a collaborare con lui alla scuola d’arte di Pistoia, Loris cedette il posto al fratello Alberigo per non lasciare il laboratorio di intaglio già avviato. La falegnameria Lenzi ufficialmente aprì i battenti nel 1936 e da subito, i lavori eseguiti prevalentemente a mano, furono apprezzati e l’azienda crebbe rapidamente. Ogni anno il momento di incontro con i clienti e la presentazione delle nuove lavorazioni era la “Mostra mercato” al Kursaal di Montecatini. Servivano nuove forze per le numerose commesse che si susseguivano, così dal 1962 entrarono in azienda la figlia di Loris, Maria Assunta e di Alberigo, Giovanna. Mentre Giovanna era addetta alla contabilità, Maria Assunta era addetta alla pittura in “foglia d’oro”. Ricorda sempre con piacere Maria Assunta un aneddoto dei primi tempi in azienda, che ben rappresenta la prima emancipazione delle donne nel corso degli anni ’60 di fronte ai pregiudizi ancora presenti negli uomini di allora.



Durante la la Mostra Mercato di Montecatini un signore libanese prese contatto per commissionare alcune specchiere per la sua Villa in Libano. Si trattava del Direttore generale del Banco Libanese, una persona molto influente e ricca nel suo paese. L’ordine fu realizzato nei termini concordati e le specchiere furono spedite. Il lavoro fu ben apprezzato, tanto che quando il Direttore tornò in Italia volle telefonare per invitare Maria Assunta e Giovanna a pranzo come sue ospiti presso l’Hotel La Pace di Montecatini. Intimorite le due giovani si fecero coraggio e si presentaro alla portineria dell’Hotel, spiegando che avevano appuntamento con il Direttore della Banca del Libano. Il portiere non volle credere in alcun modo alle due giovani, non riteneva possibile che avessero un appuntamento con una personalità così importante, e così le due giovani desistettero e se ne tornarono a casa. Quando il signore Libanese non vide arrivare le ospiti chiese informazioni al portiere e capì l’equivoco, e dopo aver fatto correre tutti gli inservienti dell’Hotel per la città dovette rinunciare. Solo qualche tempo dopo poté finalmente ringraziare le due “novelle artiste” per i lavori svolti invitandole a prendere un thé all’Hotel Excelsior di Firenze.

La vita di Loris si spense prematuramente nel 1972, lasciando un patrimonio di esperienza, e l’esempio di una vita dedita al lavoro. Giornate intere trascorse a dipingere, a disegnare modelli e ad intagliare, a ripulire le statue sgrossate dal pantografo ed a tornire bracci di lampadari e zampe di mobili. La passione per il proprio lavoro ed il gene innato dell’artista hanno da sempre dimorato nella “falegnameria” Lenzi e i numerosissimi lavori che sono ancora oggi anche in tante case di Spedalino restano a testimoniare tutto questo.

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