Riprendiamo l'appuntamento con la sezione del sito dedicata agli Artisti di Spedalino. L'ultima volta vi abbiamo proposto la storia di Alberigo Lenzi, quest'oggi è il momento del fratello, Loris Lenzi.
Era da qualche mese finita la “Grande Guerra” quando Loris Lenzi con un amico di Prato decise di partire da Spedalino per andare a scuola di intaglio ad Empoli. In seguito si aggiunse anche il fratello Alberigo a frequentare la scuola. Furono periodi di difficoltà in cui si rimaneva fuori tutta la settimana, per poi tornare nel fine settimana e mettersi al lavoro in casa. In un piccolo laboratorio Loris ed Alberigo iniziarono la loro prima attività di lavorazione artistica del legno, creando i loro primi modelli di mobili, cornici, lampadari.
Qualche anno dopo quando il Cav. Azelio Tuci, noto
pittore, decoratore e restauratore pistoiese, chiamò
Loris per andare a collaborare con lui alla scuola
d’arte di Pistoia, Loris cedette
il posto al fratello Alberigo
per non lasciare il laboratorio di intaglio
già avviato.
La falegnameria Lenzi ufficialmente
aprì i battenti nel 1936 e da subito, i lavori eseguiti prevalentemente
a mano, furono
apprezzati e l’azienda crebbe
rapidamente. Ogni anno il momento
di incontro con i
clienti e la presentazione delle
nuove lavorazioni era la “Mostra mercato” al
Kursaal di Montecatini. Servivano nuove forze per
le numerose commesse che si susseguivano, così
dal 1962 entrarono in azienda la figlia di Loris, Maria
Assunta e di Alberigo, Giovanna. Mentre Giovanna
era addetta alla contabilità, Maria Assunta
era addetta alla pittura in “foglia d’oro”. Ricorda
sempre con piacere Maria Assunta un
aneddoto dei primi tempi in azienda,
che ben rappresenta la prima emancipazione
delle donne nel corso degli anni
’60 di fronte ai pregiudizi ancora presenti
negli uomini di allora.

La vita di Loris si spense prematuramente
nel 1972, lasciando
un patrimonio di esperienza, e
l’esempio di una vita dedita al
lavoro. Giornate intere trascorse
a dipingere, a disegnare modelli
e ad intagliare, a ripulire le statue
sgrossate dal pantografo ed
a tornire bracci di lampadari e
zampe di mobili. La passione per
il proprio lavoro ed il gene innato dell’artista hanno
da sempre dimorato nella
“falegnameria” Lenzi e i numerosissimi
lavori che sono ancora oggi anche in
tante case di Spedalino restano a testimoniare
tutto questo.
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