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martedì 13 febbraio 2018

Sabato 10 febbraio 2018: Resoconto della seconda presentazione del libro di Spedalino



Sabato 10 febbraio 2018 alle ore 17.00, grazie alla collaborazione e sensibilità del Punto soci Coop di Agliana, nell'abito delle attività del gruppo "BiblioCoop" si è svolta presso la Biblioteca Comunale "Angela Marcesini", la seconda presentazione del libro "Spedalino Asnelli: Storia, Tradizioni e Cultura"



Nel corso dell'evento, gli autori hanno raccontato cosa vi è alla base del progetto del libro di Spedalino, spiegando che il volume è frutto di una serie di ricerche, di notizie, fatti, accadimenti storici e culturali che hanno segnato il nostro paese e che sono stati progressivamente raccolti consultando documenti tratti da vecchi giornalini parrocchiali e dall'archivio locale della Biblioteca di Agliana, colloqui con gli abitanti della frazione che hanno dimostrato una grande disponibilità e sensibilità verso l'iniziativa, contribuendo con foto e testimonianze alla completezza e all'arricchimento del volume. Ciò che ci ha colpito maggiormente è sicuramente il clima di armonia e calore che si è creato attorno a questa iniziativa.


La giornata è proseguita con l'intervento dell'Assessore alla cultura Massimo Vannuccini che ha sottolineato come l'opera sia stata pubblicata con il patrocinio del Comune di Agliana e rappresenti un arricchimento nella lunga serie di libri pubblicati sulla storia locale del nostro comune. Successivamente l'assessore ha premiato alcune bambine che hanno raccontato ai presenti la storia di Spedalino sotto forma di novella.


La seconda parte della presentazione è stata caratterizzata dalla lettura di un estratto del racconto "L'arte celata nel gomitolo di lana" da parte della poetessa aglianese Rossana Melani, fondatrice del gruppo Moti di Parole. E' stata grande l'emozione delle persone, che grazie alla profondità e all'intensità emotiva della lettura di Rossana, si sono immerse nel racconto artistico della frazione di Spedalino, scoprendo lati nascosti e curiosi del territorio locale. A seguire, è intervenuta Debora Menichetti che ha rappresentato un piccolo bilancio delle relazioni umane createsi a Spedalino attraverso la sua iniziativa (e della sorella Katia) di apertura del primo caffè letterario, il Deka caffé, ricostruendo il clima di armonia e serenità che si respira all'interno del locale, divenuto ormai un punto di riferimento per gli abitanti della frazione. 

Alla fine della serata un'emozionate ed inaspettata sorpresa: Don Enzo Benesperi è arrivato per un saluto ed è stato accolto in un clima di gioia e festosità. Don Enzo è una figura molto cara ai cittadini aglianesi: nato nel nostro Comune, è stato ordinato sacerdote a San Niccolò nel 1957, ha dedicato trent'anni della sua vita all'aiuto verso i poveri e i bisognosi nelle periferie del Brasile e dal 1995 al 1998 è stato parroco di Spedalino, lasciando una traccia significativa nel nostro territorio. Le sue parole ancora una volta hanno toccato nel profondo gli animi delle persone interventute, suscitando gioia e al tempo stesso forte commozione.

La presentazione si è conclusa con la proiezione del video panoramico di Spedalino, realizzato da Lorenzo Marianeschi, già autore del video di Pistoia Capitale della Cultura 2017.

sabato 24 giugno 2017

Don Enzo Benesperi


Don Enzo Benesperi nasce a San Niccolò (Agliana) il 14 ottobre 1934; entrato in seminario alla giovane età di undici anni, viene ordinato sacerdote il 29 giugno 1957. Dopo un breve periodo in cui è stato parroco all’Abetone, riceve la reggenza della parrocchia di Seano. Successivamente matura la decisione di rendere concreto il messaggio evangelico di vicinanza e aiuto verso i più poveri, gli esclusi e gli ultimi. Lascia quindi la diocesi di Pistoia per trasferirsi in Brasile, dove svolge il servizio nella missione di Iranduba, villaggio situato sulle rive del Rio delle Amazzoni nella periferia della città di Manaus. Nel 1992, nel periodo da febbraio ad agosto, Don Enzo di ritorno dal Brasile per un periodo di riposo presta servizio nella nostra parrocchia, ed inizia così la prima conoscenza con Spedalino. Tornato stabilmente in Italia dopo 27 anni di missione è nominato parroco di Spedalino il 29 giugno 1995. La conoscenza con numerosi sacerdoti missionari di prima linea quali Umberto Guidotti, Alex Zanotelli, Frei Betto, Arturo Paoli, nonché il legame con l’associazione Rete Radié Resch di Quarrata guidata da Antonio Vermigli fu presupposto per lo svolgersi di una serie di incontri di straordinaria profondità. Un arricchimento spirituale che ancora oggi a distanza di anni lascia una traccia nel pensiero di molti paesani. 

Da ricordare anche gli incontri con il geografo e giornalista Manlio Dinucci, teorico dello sviluppo sostenibile, e la successiva nascita nella parrocchia di Spedalino di un punto informativo del Commercio Equo e Solidale. Quale atto concreto di condivisione Don Enzo Benesperi si fece promotore dei Campi Scuola Estivi che ogni anno hanno portato i ragazzi della parrocchia a vivere una vacanza “diversa”, ricca di fede e divertimento. 

L’impegno verso i più bisognosi mai venuto meno sotto il suo periodo di reggenza della parrocchia è andato di pari passo all’impegno nel portare avanti i lavori per la costruzione della Chiesa Nuova di Spedalino. La conclusione dei lavori di costruzione fu seguita dalla solenne cerimonia di consacrazione svoltasi nella Domenica delle Palme del 31 marzo 1996 alla presenza del Vescovo Mons. Simone Scatizzi con dedicazione della Chiesa a Cristo Risorto, dedicazione che lo stesso Don Enzo aveva pensato e proposto. Ricordiamo nello stesso anche l'intitolazione della scuola elementare di Spedalino a Don Milani, ideata dal sacerdote e approvata dall'allora sindaco Marco Giunti e dalla giunta comunale.

Il desiderio di proseguire l’attività a fianco degli ultimi e degli esclusi fa maturare a Don Enzo la decisione di tornare in Brasile come missionario e nel mese di ottobre 1998 lascia quindi la parrocchia di Spedalino per tornare ad operare nella periferia di Manaus. 

Nel 2008, l’avanzare dell’età e il clima torrido della zona tropicale di Manaus sono i presupposti per il ritorno di Don Enzo nella Diocesi di Pistoia, dove l'anno successivo viene nominato parroco della parrocchia di San Giacomo, nella frazione di Stazione (Montale).

Sabato 24 giugno 2017 Don Enzo ha festeggiato il sessantesimo anno di sacerdozio, celebrato con la messa solenne vespertina e una grande festa con tutti i parrocchiani della Stazione e delle comunità limitrofe.

(Articolo a cura di Daniele Pierattini)

venerdì 7 agosto 2015

Don Enzo Benesperi: Perchè un panificio?

Pubblichiamo con piacere il breve racconto del sacerdote aglianese Don Enzo Benesperi a proposito dell'esperienza missionaria di volontariato a Manaus, in Brasile. 

Perché un panificio? Perché intitolarlo al neo-presidente del Brasile? Il panificio, costruito nella estrema periferia orientale della città di Manaus – Amazzonia, ha lo scopo di distribuire gratuitamente il pane alle famiglie più bisognose del quartiere Alfredo Nascimento. E' un quartiere, questo, formatosi recentemente - da quattro anni - attraverso l'occupazione di terre da parte di famiglie poverissime, provenienti, in maggioranza, da stati limitrofi come Piauì, Parà, Maranhao, Cearà e Acre. Sono famiglie costrette a lasciare le loro regioni a causa di condizioni di estrema indigenza, sedotte dalla prospettiva di trovare lavoro nella "Zona Franca di Manaus" dove operano alcune tra le più ricche e potenti multinazionali. Ma in una città che ha già raggiunto la cifra di un milione e settecentomila abitanti, la Zona Franca può offrire solo cinquantamila posti di lavoro, occupati per lo più da donne in giovane età. La disoccupazione è la maggiore piaga della città ma essa raggiunge punte altissime nelle nuove periferie. Il 70% degli abitanti del bairro non ha occupazione fissa e sono enormi i problemi nelle aree di educazione, salute e alimentazione. Qui la sfida per una comunità cristiana è come essere segno della premura di Dio verso gli esclusi, suoi figli prediletti. E' evidente che la Chiesa non può limitarsi ad una attività di catechesi e sacramentale ma, per essere evangelica, deve calarsi tra i poveri, conoscere i loro problemi, vedere le loro necessità, ascoltare i loro gemiti e le loro suppliche, entrare in comunione con la loro dura e, molte volte, tragica realtà per fare con loro un cammino di liberazione. Per questo si cerca di evengelizzare, di essere cioè buona notizia di una vita migliore attraverso la pastorale dei bambini che accompagna il bambino dal seno materno fino all'età di sei anni, lottando per diminuire e debellare la mortalità infantile, offrendo a madre e figlio condizioni di vita più degne e più umane. Ci impegniamo ad evangelizzare attraverso uno speciale doposcuola. Entrando, all'inizio dell'anno scolastico, in contatto con le famiglie cerchiamo di individuare bambini e ragazzi che abbiano problemi di apprendimento, coloro che la scuola pubblica scarta e bolla come incapaci. Educatrici volontarie si prendono cura di un numero ristretto di alunni, normalmente cinque o sei, per avere modo di seguirli, per risvegliare la loro autostima, per dare amicizia e affetto e quell'attenzione competente e premurosa che molte volte manca nelle loro famiglie. Così si riesce ad educare cioè a tirare fuori capacità e doti insospettate, nascoste sotto uno stato di incuria e abbandono. Altri impegni sono: l'alfabetizzazione degli adulti, il recupero dei ragazzi di strada, l'attività del gruppo delle mamme che insegna lavori manuali che diano una piccola ma provvidenziale rendita finanziaria. Il panificio entrato in funzione dalla metà dello scorso mese di settembre vuole inserirsi in questo piccolo mondo di evangelizzazione. Distribuendo il pane quotidiano alle famiglie che versano in estrema necessità vogliamo stimolarle a promuoversi, tentiamo di scuoterle dal torpore e dallo scoramento provocato dalla miseria, desideriamo invitarle ad impegnarsi nelle attività comunitarie sopra descritte, incoraggiarle a riprendere il faticoso cammino della ricerca di un lavoro. Vorremmo gridare loro: Aiutati che Dio e noi ti aiutiamo! Il panificio porta il nome del presidente del Brasile perché l'elezione alla più alta carica dello Stato di un operaio metalmeccanico, che conosce personalmente che cosa significa fame - quattro suoi fratelli sono morti di fame - è speranza anzi certezza di una storica inversione di rotta per la troppo grande moltitudine degli esclusi e affamati di questo immenso, ricchissimo e ingiusto Brasile. Il panificio vuol essere una piccola ma significativa collaborazione al progetto "Fame Zero" lanciato da Lula come priorità assoluta del suo governo, arrivando ad affermare con forza che “la nostra unica guerra che combatteremo è quella contro la fame”. Il sogno nostro e del Presidente è che al termine dell'attuale mandato presidenziale tutti i brasiliani, in special modo i 53 milioni che vivono sotto il limite della povertà, possano almeno fare colazione, pranzo e cena ogni giorno. La Rete di Quarrata ha finanziato la costruzione dell'edificio e l'acquisto del forno e dei macchinari indispensabili per la panificazione. Ringraziando tutti i generosi sostenitori mi è doveroso dire un grazie particolare e commosso a due coppie di sposi che hanno rinunciato ai regali e ad un gruppo di bambini della 1a Comunione. Siate certi che la vostra generosità stimolerà il Brasile che mangia ad aiutare il Brasile che ha fame. Cari amici italiani, il Brasile che ha fame non è solo a dirvi: "... avevo fame e mi avete dato da mangiare!" La vostra generosità ci ha dato anche la possibilità di sistemare l'area attorno al forno. La nostra speranza è che possiate continuare ad aiutarci per sostenere i salari delle donne che vi lavorano, l'acquisto della farina e delle altre cose necessarie per realizzare il "pane della vita".

(Dicembre 2003)

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