Sabato 28 gennaio 2017 si è svolta al circolo letterario di Spedalino la Giornata della memoria: un pomeriggio a tema dedicato a una delle pagine più nere della storia dell'umanità, nel quale sono state ripercorse a tappe 'letterarie' gli eventi della Seconda guerra mondiale.
La giornata inizia alle ore 15.30 con la testimonianza di Rolando Gacci, che ci racconta l'esperienza della marina e in particolare l'episodio del bombardamento della corazzata Roma, consumatosi il 9 settembre 1943. A tal proposito, il nostro lettore Daniele Moretti ha voluto dedicare una riflessione personale sulla drammatica testimonianza di Rolando.

Come ogni anno, la Giornata della memoria ci riporta a comprendere attraverso la rievocazione di molte storie, quale sia stata l’agonia e la sofferenza provata da chi ha vissuto in quel triste periodo storico.
Moltissimi cenacoli e iniziative hanno preso forma ovunque come possiamo benissimo vedere su tutti i mezzi di comunicazione.
Al Circolo letterario Deka, abbiamo avuto il privilegio di poterli rievocare, non solo in forma narrativa ma anche poetica.
La potenza del linguaggio poetico ha creato una invisibile macchina del tempo e il meticoloso racconto di Gacci, l'ha innescata catapultandoci dentro la storia narrata.
Un turbine di emozioni e sensazioni mi hanno personalmente invaso... Mi sono ritrovato così, a poche centinaia di metri dalla Nave Corazzata Roma, nel momento in cui l’ordigno esplode togliendo dalla faccia della terra duemila anime. Ho percepito le emozioni di coloro che vedevano con i propri occhi e di chi era a casa ignaro, in attesa di avere notizie del proprio caro.
In quell'istante ho sentito dentro di me, un grande senso di tristezza ma anche la forza di una energia positiva che mi dava un senso di speranza.
Solo al ritorno del viaggio immaginario ho potuto comprendere che tale positività fosse data dalla sostanza e dalla forza di volontà delle persone del tempo e dalla tenacia con cui hanno vissuto una realtà che non dava loro possibili alternative.
La storia del passato ha generato il presente e questa ci mette in mano una grossa responsabilità.
Dobbiamo portare vivo in noi il ricordo e non dimenticare; non solo perché ciò non avvenga mai più ma anche per comprendere che stiamo vivendo in un presente privilegiato rispetto al loro e che il lamentarsi di tutte le sciocchezze di cui spesso blateriamo, va ad offendere la nostra consistenza e quella di queste persone, che hanno vissuto con valori di altri tempi. Dobbiamo portarli dentro di noi, affinché questi valori possano essere mai perduti o dimenticati.

Il racconto di Rolando è inframezzato dalla lettura delle sue poesie Addio alla corazzata Roma, Dopo il bombardamento e Alla Palmaria, a cura della poetessa aglianese Rossana Melani, fondatrice del gruppo letterario Moti di Parole. L'eccellente intonazione di Rossana permette alle parole e al messaggio delle poesie di arrivare dritto al cuore degli ascoltatori.


La seconda testimonianza è di Giusti Nello, che in uno scritto autobiografico rievoca le terribili e strazianti atmosfere dei lager nazisti: la fame, l'orrore, la carestia, le scarse condizioni igieniche, il terrore delle persone e i soprusi che i deportati dovevano sopportare. Tuttavia vi era anche uno spiraglio di luce nelle tenebre, ovvero la profonda e sincera amicizia che si instaurava tra i compagni che condividevano insieme la sofferenza e il dolore, un capitolo che segnerà per sempre le loro vite. Si tratta del racconto dell'esperienza della prigionia di Nello, editato e rielaborato dai nipoti Marco e Ilaria nel Natale 2013. Emblematico è l'episodio della cena, descritto da Nello con dovizia di particolari.
La cena nel campo di concentramento era costituita da una semplice zuppa con verdure e carne avariata,accompagnata da 200 grammi di pane duro. Nello e alcuni compagni, affamati e distrutti dalla sofferenza, avevano rubato dai campi di lavoro alcune bucce di patate. Il gruppo venne colto in flagrante da un'ufficiale tedesco che li insultò prepotentemente, paragonandoli ad animali... In questo gesto disperato, ad unirli, oltre la paura, era il grande coraggio e la volontà di sopravvivere anche quando sembrava non esservi luce alla fine del tunnel infernale...
Ciò che colpisce di più è la grande forza d'animo, il carisma e la positività con cui Nello ha condiviso con i presenti questa storia, la prima di una lunga serie di vicende vissute dall'uomo nel corso della prigionia.

Segue la lettura di un estratto del racconto La verga dei binari, a cura di Daniele Pierattini. Un piccolo omaggio alla storia di Spedalino nel corso del secondo conflitto mondiale, per non dimenticare le nostre radici e il nostro passato. E' la vicenda personale che racconta le sofferenze e il dolore di una famiglia nel tempo di guerra, raccontata in modo toccante dall'autore dello scritto.