giovedì 8 aprile 2021

L'antico Manoscritto di casa Mazzinghi: la ricostruzione della Genalogia della Famiglia

Fin dall'antichità la ricerca delle proprie origini è una delle domande esistenziali di ogni uomo; una discendenza numerosa era segno della benedizione di Dio. Nella Bibbia è raccontato come il patriarca Abramo aveva ricevuto da Dio la promessa di una discendenza della propria stirpe numerosa come i granelli della sabbia, segno della benedizione di Dio verso il suo servo fedele. Anche per la famiglia Mazzinghi, la riscoperta delle origini è motivo di gioia e orgoglio familiare. Il podere delle Cinque Penne, situato al confine di Spedalino Asnelli con le Querci, sebbene ridotto in dimensione e rimaneggiato per i frazionamenti ereditari e per alcune vendite, resta ancora oggi il luogo in cui la casata dei Mazzinghi ha vissuto da innumerevoli generazioni che si perdono nella notte dei tempi. Una minuziosa lettura del prezioso manoscritto ottocentesco ha consentito la ricostruzione dell'intero albero genealogico della Famiglia Mazzinghi dal 1600 fino ai giorni nostri.

Un lavoro faticoso, ma al tempo stesso affascinante e con un risultato sorprendente. 

Vi è stata un'evoluzione estremamente singolare della linea diretta maschile che porta avanti il cognome Mazzinghi ancora ai nostri giorni, sempre nel podere delle Cinque Penne a Spedalino Asnelli, con un andamento a doppia piramide.

Il vertice della prima piramide della genealogia è riconducibile ad un tal Domenico Mazzinghi, "uno dei primi padri nominati nelle Scritture Antiche, questo esisteva nel 1600", così riportato nel manoscritto. E da lui discendono una stirpe che via via è cresciuta ed ha prosperato fino al circa il 1820. Illustriamo la prima parte dell'albero genealogico nella schematizzazione di seguito riportata.

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Da destra: Eugenia Mazzinghi con la figlia Eulalia Santini e le nipoti Bruna e Giovanna.
Poi Teresa Mazzinghi ed i fratelli Geremia, Corrado, Marino, Carlo e Nardino Mazzinghi

Successivamente segue l'età di mezzo, per il periodo dal 1820 fino a circa il 1930, che ha visto prima crescere la casata con Domenico Mazzinghi (l'autore del manoscritto), che ebbe 3 figli maschi e 3 figlie femmine oltre ad altri 2 figli morti a pochi giorni dal parto. 

Soltanto uno dei figli, Cammillo, si sposò ed ebbe il merito di proseguire la progenie familiare, che prese ulteriore vigore con il nipote Giovanni Mazzinghi. Giovanni dal 1908 al1923 ebbe 9 figli, di cui 6 maschi come visibile nella seconda schematizzazione dell'età di Mezzo

clicca qui --->   Genealogia dell'Età di Mezzo




Nell'età moderna i nipoti di Giovanni Mazzinghi sono ben 18 dei cui 13 maschi e 5 femmine. Il cognome dei Mazzinghi sembra destinato a moltiplicarsi per generazioni ed ecco che proprio allora, nella seconda metà del '900, avviene l'inaspettato crollo della casata in 2 sole generazioni. Come si vede dalla schematizzazione sotto riportata i nipoti maschi di Giovanni Mazzinghi in via assolutamente prevalente hanno figlie e quindi improvvisamente gli eredi per la continuazione del cognome Mazzinghi sono in numero molto ridotto. La piramide genealogica dei Mazzinghi si rovescia e va verso un unico punto di vertice

clicca qui --->     Genealogia dell'Età di Moderna parte 1


Giorgio Mazzinghi e Nada Paganini


Michele Mazzinghi, babbo di Antonio Mazzinghi


Nel nuovo secolo, dal 2000 ad oggi, i nati maschi  eredi della casata Mazzinghi sono soltanto tre. Ed ancora più nello specifico soltanto uno dei ragazzi abita ancora nella vecchia casa dei Mazzinghi nel podere delle Cinque Penne a Spedalino. Il vertice della piramide rovesciata della genealogia rappresenta una curiosità per chi continuerà a vivere nel nostro paese e solo la lentezza del trascorrere del tempo ci dirà se potrà riprendere con nuovo vigore il ciclo di espansione della casata Mazzinghi.  

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domenica 4 aprile 2021

Auguri di Buona Pasqua 2021 a tutti i lettori

Dalla redazione del Notiziario di Spedalino vogliamo Augurare a tutti Buona Pasqua. Un pensiero speciale va alle persone malate, alle persone ricoverate, alle persone sole alla quali vogliamo portare un messaggio di incoraggiamento e una piccola nostra riflessione sul significato della Pasqua.

La parola Pasqua deriva dal greco: pascha e significa propriamente “passare oltre”, quindi “passaggio”. Gli Ebrei ricordavano il passaggio attraverso il mar Rosso dalla schiavitù d’Egitto alla liberazione. Per i cristiani è la festa del passaggio dalla morte alla vita di Gesù Cristo.

Nel nostro paese di Spedalino Asnelli è da considerarsi assieme al Natale la festa più importante dell'anno. Momento di riunione delle famiglie la Pasqua è ricca di tradizioni che dai secoli passati sono giunte fino a noi. 

Particolare della campana dedicata a Cristo Risorto

Innanzitutto vi sono le tradizioni religiose, con la Santa Messa della notte: la "Veglia Pasquale" che da sempre inizia con la "benedizione del fuoco", a cui segue l'accensione del cero pasquale e la processione delle candele verso la chiesa buia. Segue la liturgia della Parola con nove letture (7 tratte dall'antico testamento, e due dal nuovo testamento). Quindi il canto del Preconio apre alla Liturgia Eucaristica con lo scioglimento delle campane suonate a distesa e la svelatura delle immagini del cristo crocifisso coperte con teli bianchi dal Venerdì Santo. Al termine della celebrazione Pasquale vi è la tradizionale benedizione delle uova, sia delle uova di gallina assodate che delle uova di cioccolato.

Le tradizioni culinarie sono altrettanto importanti e radicate nella nostra frazione. La tradizione di consumare l'agnello per Pasqua deriva dalla Pasqua ebraica. Infatti l'agnello fa parte dell'origine di questa festività. In particolare si fa riferimento a quando Dio annunciò al popolo di Israele che lo avrebbe liberato dalla schiavitù in Egitto dicendo "In questa notte io passerò attraverso l'Egitto e colpirò a morte ogni primogenito egiziano, sia fra le genti che tra il bestiame". Anche le uova hanno un posto riservato nel pranzo pasquale: dopo aver recitato una preghiera iniziale a "nostro Signore risorto" viene mangiato l'uovo sodo benedetto, tipicamente schiacciato nella minestra in brodo o semplicemente con un poco di sale a morsi. Il dolce tipico del periodo di Pasqua è la pagnotta con l'uvetta o con gli anici in genere mangiato la mattina a colazione.



Ed ecco che non resta che salutare tutti i lettori con rinnovati Auguri di Buona Pasqua 2021 e un ringraziamento per tutte le visite fatte a queste pagine del notiziario (ad oggi siamo arrivati a 55.603 pagine visitate!).



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